FAME DI...AFFETTO! Quando il bisogno di approvazione da parte deglialtri calpesta noi stessi



FAME DI...AFFETTO!
Quando il bisogno di approvazione da parte degli altri calpesta noi stessi

"Quando ho smesso di preoccuparmi di ciò che gli altri pensano di me, ecco... da quel momento tutto ha iniziato ad andare nel verso giusto" - Matthew Bellamy


Il grande Aristotele, saggiamente diceva: "L'uomo è un animale sociale!Tende per natura ad aggregarsi con gli altri individui e a costituirsi in società". 

Ciò comporta, non solo organizzarsi civilmente con gli altri simili, ma anche, inevitabilmente, creare delle relazioni che ci facciano stare bene e sentirci al sicuro. Questo, idealmente, dovrebbe avvenire in modo semplice, naturale appunto. 

La nostra realtà psichica, però, è così complessa e spesso fragile tanto da mettere in atto dei meccanismi che ci portano a soffrire per raggiungere degli obiettivi che non sono altro il frutto di quel bisogno di approvazione degli altri, con l'illusione che sia questa approvazione a renderci felici

Quante volte abbiamo detto "sì" a una situazione o a una richiesta solo per far piacere al richiedente? E quante volte, subito dopo aver accettato, abbiamo dato a noi stessi spiegazioni come "Tanto per me è uguale, non mi costa niente" oppure "A me non mi pesa farlo perché so che può far piacere all'altro". 

Giustissimo! Ma perché farlo se non era quello che volevamo fare? Perché dire sì, piuttosto che: No, non posso o non voglio! 



Chiaramente, per tutti è importante ricevere dei feedback dagli altri, sono necessari per capire in che direzione stiamo andando, ci fa sentire sicuri e poi, è naturale che l'essere lodati ci fa indubbiamente piacere e ci stimola a fare meglio. 

Sin da piccoli, siamo abituati a riconoscere nelle lodi e nello sguardo dei nostri genitori, se stiamo facendo bene o meno. Tutto ciò è fondamentale per lo sviluppo pisco-sociale e per la nostra autostima

Ma cosa succede quando cominciamo ad aver bisogno dell'approvazione degli altri per qualsiasi cosa pensiamo o mettiamo in atto? Succede che non stiamo più ascoltando i nostri bisogni, i nostri desideri ma agiamo in virtù di ciò che pensano e desiderano gli altri per noi

Che fatica, però, cercare di essere all'altezza della situazione e in realtà, non raggiungerla mai questa sensazione!!! Nel lavoro, ci impegniamo al massimo delle possibilità, riscuotendo anche un discreto successo ma dentro di noi resta quel senso di insoddisfazione, di aver voluto fare di più e il dubbio che il nostro capo non ci apprezzi abbastanza. Probabilmente sin da piccoli siamo stati abituati a dare il massimo per ricevere le tanto attese gratificazioni. "Se non raggiungi il massimo, non meriti lodi!". 

Altra situazione è quando in amore facciamo tante cose per far piacere al nostro partner, troppe attenzioni, troppi gesti affettuosi o servizievoli, aspettandoci lodi e ringraziamenti che non sempre arrivano e questo porta a un senso di frustrazione e ci riporta a quando eravamo piccoli e ci avevano insegnato che solo compiacendo gli altri ricevevamo il giusto apprezzamento. 

Anche nelle amicizie possiamo mettere in atto questi meccanismi, assecondando sempre le loro scelte e le loro idee, non riuscendo ad esprimere un'opinione diversa e convincendoci alla fine, che la loro idea è migliore della nostra. E' questa insicurezza che ci porta a smettere di ascoltare quelle che sono le nostre idee, le nostre esigenze...

Ma la realtà psichica, come ho scritto all'inizio, è complessa e prima o poi ci manda i suoi segnali di malessere in forma di disagio, di tristezza, di ansia e questi sono tutti piccoli e grandi campanelli di allarme che risuonano in noi in modo forte e impetuoso per chiederci di correre ai ripari. 

A questo punto bisogna fermarsi e cominciare ad ascoltare noi stessi. Cercare di comprendere da dove nasce questa fame di affetto e di approvazione e ripartire da lì per risanare questa ferita. Il cerotto non sempre basta. 

La ferita deve respirare ed entrare in contatto con l'aria. Una volta cicatrizzata la ferita saremo pronti ad ascoltare noi stessi e a diventare la persona che tanto piace a noi e non più per forza agli altri.



Dott.ssa Marilena Porcelli
Psicologa-Psicoterapeuta



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