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Visualizzazione dei post da 2014

Quella sofferenza che passa dall'anima al corpo

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C'è un comportamento molto rischioso che si sta velocemente espandendo tra gli adolescenti che è l'autolesionismo. Ragazze e ragazzi che si bruciano la pelle (burning) o effettuano cutting. Cutting  vuol dire tagliarsi la pelle con lamette o qualsiasi altro oggetto affilato, ad esempio chiodi, forbici, coltelli, fermagli, pezzi di vetro, senza avere l’intenzione di  uccidersi . È una  forma di autolesionismo  attuata in modo deliberato e ripetitivo. Perché mettere in atto questo tipo di comportamento? Dietro al cutting si cela un disagio forte ed intenso. Chi lo pratica  preferisce il dolore fisico al dolore mentale  e fa in modo che il dolore fisico prenda il posto di quello mentale. Le ferite inflitte al corpo sono un mezzo estremo con cui lottare contro la sofferenza psicologica.  Alcuni cominciano ad autoferirsi a causa di perdite affettive importanti.  Fanno spesso da cornice al disturbo:  solitudine ,  senso di impotenza , senso di colpa e di vuoto . Subito dopo es

QUANDO L'AMORE E' TROPPO...O TROPPO POCO

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Nel mio lavoro clinico mi capita spesso che mi rivolgono questa domanda: " Si può amare troppo una persona? " Che potrebbe anche essere letta in un altro modo: " Può l'altra persona amarmi meno di quanto lo amo io?". All'interno di un setting terapeutico non posso mai dare una risposta netta perché lascio che sia la paziente o il paziente, guidato da me, a darsi delle risposte, affinché raggiunga una maggiore consapevolezza. Ma una risposta c'è, ed è: "Si, è possibile amare troppo una persona ed è possibile che l'altra persona ami meno il suo partner."  Il modo in cui amiamo noi stessi   cambia di molto la qualità dei rapporti con le altre persone. Quando ci accorgiamo che le relazioni con gli altri non funzionano come dovrebbero, soprattutto le relazioni amorose, quando non ci sentiamo apprezzati o capiti, quando sentiamo di essere frenati da qualcosa, isolati o abbiamo paura di mostrare la nostra parte più autentica è perché non sap

Il bambino ADHD e il delicato rapporto genitori - insegnanti

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Il Disturbo da Deficit di Attenzione/Iperattività, o  ADHD , è un  disturbo evolutivo dell’autocontrollo . Esso include difficoltà di attenzione e concentrazione, di controllo degli impulsi e del livello di attività. Questi problemi derivano sostanzialmente dall’incapacità del bambino di regolare il proprio comportamento in funzione del trascorrere del tempo, degli obiettivi da raggiungere e delle richieste dell’ambiente. E’ bene precisare che l’ADHD non è una normale fase di crescita che ogni bambino deve superare, non è nemmeno il risultato di una disciplina educativa inefficace, e tanto meno non è un problema dovuto alla «cattiveria» del bambino. L’ADHD è un vero  problema , per l’individuo stesso,  per la famiglia e per la scuola , e spesso rappresenta un ostacolo nel conseguimento degli obiettivi personali. E’ un problema che genera sconforto e stress nei genitori e negli insegnanti i quali si trovano impreparati nella gestione del comportamento del bambino. Molto spesso qua

DALLE LETTERE D'AMORE ALLE....CHAT!!! L'amore degli adolescenti nell'era digitale

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Chi l'ha detto che i giovani d'oggi non sanno più cos'è il romanticismo? Travolti da un tempo che scorre irrimediabilmente veloce e carico di stimoli che ci lasciano quasi senza fiato, l'adolescente si arricchisce di queste esperienze e si adatta ad una velocità impressionante. Anche l'amore, che un tempo era così lento, nell'attesa, nei modi, nella fusione, ora si consuma abbastanza velocemente perché bisogna tenere il passo di questo tempo che fugge senza riserve. In questa velocità, in questo consumismo c'è però una considerazione da fare: gli adolescenti e i giovani adulti non hanno perso il loro romanticismo. Un romanticismo assaporato in modo più fugace, ma sempre di romanticismo si tratta. I messaggini sui telefonini, le chat ci riportano in qualche modo alle antiche corrispondenze epistolari tra amanti o i bigliettini che una volta i fidanzatini si scambiavano tra i banchi di scuola. Come avveniva con le lettere e i bigliettini, anche oggi co

L'AMORE URLATO...quando i litigi uniscono la coppia

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"Dalle nature diverse nasce l'amore. Nella contraddizione, esso acquista forza. Nel confronto e nella trasformazione si preserva."  (Paulo Coelho) Litigare è normale, per tutte le coppie. Che sia per uno screzio passeggero, per un'incomprensione o per stanchezza, tutti gli innamorati prima o poi discutono, anche se è da poco che sono insieme e il loro amore è ancora forte e appassionato.  Quindi nessun timore: se vi scontrate non significa necessariamente che “qualcosa” non va nell'armonia di coppia né tanto meno che si è destinati a lasciarsi. Al contrario, significa che c'è passione e voglia di confrontarsi anche sulle diversità.  I l litigio serve a stabilire regole e metaregole. Ciascun membro della coppia si sperimenta in quello che è il suo ruolo all'interno di essa e spesso le dinamiche che si instaurano non cambiano nel tempo. Il   confronto deve avere chiaramente dei limiti e non sfociare in reazioni esagerate. Non si cresce se in un

"Perché non ci sei più?"

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Quando si perde una persona cara, si vive una delle esperienze più dolorose che la vita ci può offrire. Riuscire ad affrontare questo difficile evento essendo capaci di mantenere un buon equilibrio interiore non è semplice.  Nel vivere il lutto ci si scontra con la caducità della vita e col senso d’impotenza che si prova quando ci si rende conto che non si può far niente per mantenere in vita la persona a cui siamo legati.  Il senso di vuoto psichico, emotivo e fisico, determina spesso un profondo stato di confusione tale da far sì che la persona si trovi senza più punti di riferimento. Il vissuto del lutto varia da persona in persona, questo perché ognuno di noi è diverso dall’altro. Ognuno ha una sua personalità, vive in un contesto sociale di un certo tipo e ha una propria storia di vita che, a volte, include precedenti esperienze di perdite.   Le fasi del lutto Il dolore del lutto non è uno stato ma un processo. John Bowlby in "Attaccamento e Perdita” (1983) descrive 

"Giuro che questa è l'ultima volta che gioco!Forse solo un'altra volta...."

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La  dipendenza da gioco  (nota anche come  gioco d'azzardo patologico , spesso indicato come  GAP ) è un disturbo del comportamento  che mostra una notevole affinità con quelli ossessivo-compulsivi e con le dipendenze. In base a quanto riportato nella quarta versione del Manuale Statistico-Diagnostico  (DSM-IV) il soggetto affetto da gioco d'azzardo patologico mostra un persistente e ricorrente comportamento di gioco d'azzardo disadattivo, in cui il bisogno di giocare è incontrollabile; devono essere inoltre presenti almeno 5 delle situazioni elencate di seguito. Il soggetto: è eccessivamente assorbito dal gioco d'azzardo (rivive di continuo esperienze trascorse di gioco, valuta o pianifica future imprese di gioco ed escogita i modi per ottenere il denaro che gli occorre per giocare). Avverte la necessità di puntare somme di denaro sempre maggiori per raggiungere lo stato di eccitazione desiderato. Ha più volte tentato, senza successo, di ridurre, controllare o inte