Baby blues...Ovvero la tristezza delle mamme dopo il parto

Il dopo parto è un periodo fatto di sconvolgimenti, sia fisici che psicologici. Per mancanza di informazione ed anche per ragioni ormonali, questi intensi cambiamenti a volte provocano delle angosce profonde. Non sentirsi felice in quello che dovrebbe essere “uno dei momenti più belli della vita”, è inquietante, e fa sentire in colpa… Eppure questi disturbi depressivi sono molto diffusi!
La depressione post-partum è la malattia vera e propria, mentre il baby blues sta ad indicare quell’insieme di piccole alterazioni dell’umore che seguono il lieto evento.

IL BABY BLUES: LIEVE MALINCONIA O TRISTEZZA

Con il termine “blue”, coniato dal pediatra e psicoanalista inglese Donald Winnicott, si indica una condizione di disagio interiore della neomamma.
La percentuale di donne colpite da baby blues oscilla tra il 50 e l’84%, di cui circa il 20% sviluppa la depressione post parto
Sintomi: umore instabile, facile tendenza al pianto, tristezza, ansia, perdita di concentrazione, sensazione di dipendenza.
Cause: stress psico-fisico causato dal travaglio e conseguente sconvolgimento degli ormoni femminili: estrogeni e progesterone, ansia legata all’aumento delle responsabilità, imprevisti o contrasti familiari.
Insorgenza e durata: il Baby blues è un problema di natura transitoria, si verifica immediatamente nella 1° settimana dopo il parto e si protrae mediamente per circa 10 – 15 giorni.
Come si cura: Trattandosi di un disturbo di breve durata non è previsto un intervento medico o psichiatrico. È sufficiente essere informate sulla natura del disturbo e richiedere un supporto psicologico.


DEPRESSIONE POST PARTO (O POST PARTUM), QUANDO E’ PIU’ SERIA

Ne soffre circa il 14% delle neo mamme
Si tratta di una patologia vera e propria che se trascurata tende a divenire cronica.
Sintomi: irritabilità, eccessiva preoccupazione o ansia, sonno disturbato, inappetenza o smisurato appetito, dolori e debolezza muscolare, sensazione di fastidio nei confronti del bambino, sentirlo come un peso, mancanza di emozioni nei confronti del bambino, sensazione di inadeguatezza nella cura del bambino, avversione verso il bambino e paura di restare sola con lui, ritenersi madre e moglie incapace, mancanza di concentrazione nelle cose quotidiane che vanno dalle semplici cure all’interazione con il bambino e al riconoscimento dei bisogni reciproci.
Insorgenza e durata: la depressione post parto solitamente si affaccia durante la 3° o 4° settimana dopo il parto e arriva ad evidenziarsi come problema effettivo dopo 3 o 6 mesi dalla sua comparsa prolungandosi, a volte, per oltre un anno.
Cause: sebbene le cause siano molteplici e non del tutto chiare sono comunque coinvolti i fattori ormonali (di tipo sessuale e tiroideo), i fattori fisici (es. la stanchezza causata dai ritmi imposti dal bambino), i fattori psicologici (una personalità con bassa autostima o perfezionista), i fattori sociali (giovane età, inesperienza e mancanza di aiuto e sostegno), i fattori cognitivi (coltivare aspettative irrealistiche sull’essere madre o sul bambino).
Come si cura: è necessaria una terapia farmacologica unita a interventi di psicoterapia.
Molto spesso a determinare il BABY BLUES, oltre agli sbalzi ormonali, sono le disilluse aspettative createsi durante la gravidanza. Una donna trascorre nove mesi ad immaginare come sarà il parto, come sarà la prima volta che terrà tra le braccia il suo bambino, cosa farà, come si sentirà e invece può accadere che il lieto evento non avvenga come la mamma per mesi ha immaginato. Il parto da evento meraviglioso può essere vissuto come evento traumatico (un parto naturale particolarmente doloroso, un parto cesareo d’urgenza non tenuto in considerazione in precedenza, etc.) La neo-mamma dovrà così elaborare ciò che aldilà delle sue aspettative ha vissuto e sopratutto come le ha vissute. Alcune donne parlano addirittura di violenza!!!!  ” Durante il parto ho sentito che portavano via il mio bambino dalla mia pancia come se me lo stessero strappando via, come se stessi subendo una violenza!!! ” Quando il parto avviene in maniera cosi traumatica è probabile che la mamma vivi male il fatto che nella pancia non ci sia più il suo bambino. Nella sua pancia il bambino era solo suo e tutto era più facile, ora che è fuori dovrà dividerlo con il resto del mondo e tutto sembra più complicato. Inoltre le attenzioni che per mesi la donna ha ricevuto durante la gravidanza, all’improvviso vengono spostate sul neonato e anche questo può determinare nella mamma un senso di abbandono che si trasforma in malinconia e tristezza perché da donna super coccolata passa alla condizione di donna al servizio del bambino giorno e notte.  Molto spesso la donna si ritrova ad affrontare tutto questo da sola, anche per forze maggiori (il seno da cui il bimbo si nutre è il suo!!!!) e a volte i pianti sconsolati del bambino determinano un forte senso di inadeguatezza nella neo- mamma!!!!
Per PREVENIRE tutto questo inanzitutto bisogna sfatare dei miti che possono generare frustrazione:
1° Fare la mamma è istintivo. Niente di più falso: è un’attività complessa che richiede l’apprendimento di molte tecniche e astuzie varie. Non deve essere un dramma se inizialmente si incontra qualche insuccesso.
2° Il bambino perfetto. Quasi tutte le mamme si fanno un ritratto ideale del nascituro, e se non coincide comincia la frustrazione, magari aggravata dal confronto con i figli di altri “così carini e buoni”. E’ un’illusione: ogni bambino ha una sua personalità che manifesta anche alla nascita, così come caratteristiche fisiche che possono essere di ostacolo alla neomamma (lo stomaco delicato, per esempio). Bisogna adattarsi al nuovo venuto pensando che il meglio deve ancora venire
3° Mamma è perfezione. E’ ovvio che nessuno è perfetto, e comunque gli errori sono ammessi. Anche non provare inizialmente un eccezionale trasporto per il neonato è normale. L’affetto cresce con la confidenza e questo non significa essere una cattiva madre.
E poi cosa molto importante è PARLANE CON QUALCUNO!!!!Un familiare, un’amica, il marito o compagno che sia, insomma non tenersi niente dentro, forse capiranno o forse no, ma è importante esternare il proprio malessere e quando tutto ciò non basta rivolgersi a un professionista per un adeguato sostegno psicologico per poter affrontare la maternità nel modo più sereno possibile.

Dott.ssa Marilena Porcelli
Psicologa-Psicoterapeuta
www.marilenaporcelli.it



www.facebook.com/Studio-di-Psicologia-Firenze-ME-CON-TE

Commenti

Post popolari in questo blog

L'AMORE URLATO...quando i litigi uniscono la coppia

QUANDO L'AMORE E' TROPPO...O TROPPO POCO

Disturbi Somatoformi nei bambini